[indietro]
20/03/2018 Recensione a Bella una serpe con le spoglie d'oro di Antonio Vivaldi sul Tomtomrock
Bella Una Serpe Con Le Spoglie D’Oro è uno spettacolo di teatro-canzone. Il termine suona antico, anni ’70 del ‘900 diciamo. Anche Marco Rovelli è un tipo antico. Però moderno. Uno che con voce, chitarra e prato intorno improvvisa canzoni d’attualità come si faceva uno o due secoli fa. Poi le mette on line, come si fa ora. Bella Una Serpe Con Le Spoglie D’Oro è lo spettacolo – ora anche disco – che Marco Rovelli ha dedicato a Caterina Bueno. Cantante, ricercatrice, attivista culturale, Caterina Bueno viaggiò a lungo con Fiat 500 e registratore a bobine sulle strade della Toscana a registrare canzoni d’amore e di lotta politica, canti del maggio, ottave e contrasti. Un repertorio che l’irruzione del moloch televisivo stava trasformando in polvere da nascondere sotto il tappeto, come dice Rovelli nelle note dell’album. Sembra tutto così lontano, oggi, tutto in bianco e nero, sia Caterina sia i suoi informatori e informatrici. Tutto a rischio di diventare un’altra volta polvere sotto il tappeto quando invece dovrebbe scintillare e insegnare. Marco Rovelli e il folclore senza tempo di Bella Una Serpe…Marco Rovelli ha una voce che arriva lontano senza sforzo e lo sa chi ricorda il suo gruppo di qualche anno orsono, Les Anarchistes. Poi ci mette un sacco di passione. Pure qui senza sforzo. Avrebbe potuto rifare pezzi come Maremma o Sante Caserio o Il Maschio Di Volterra per sola voce e chitarra acustica, persino per sola voce, e sarebbero stati ineccepibili. Invece lavora (bene) anche sui suoni. Aggiunge qua e là la fisarmonica, e questo si poteva immaginare, ma altrove inserisce chitarre elettriche e synth e si inventa un alt-folk dai toni vividi che nel Lamento Del Carbonaro, ad esempio, lascia i boschi della montagna toscana per trovare una sinistra sintonia con i disperati del sud degli Stati Uniti raccontati dai 16 Horsepower o dai Vandaveer. Non è un modo di attualizzare storie e strofe, semmai di renderle senza tempo. Come senza tempo sono versi che dicono “La guerra è bella pe’ capitalisti/ Perché ritrovan sempre il loro attivo/ Dalle imposte che tengono impiegate/ dicono sempre: Armiamoci e andate”. Allora era la guerra di Libia e anche adesso c’è una guerra in Libia. L’importanza di Caterina BuenoConsiderazioni sociali a parte, è un atto d’amore questo omaggio a Caterina Bueno, una che lavorò con il Canzoniere Italiano e con Dario Fo e a cui Francesco De Gregori (suo chitarrista per qualche anno) dedicò la canzone omonima. Una che probabilmente odiava “tradizione” nonostante si occupasse di musica detta, appunto, tradizionale. A questo afflato positivo dà il suo contributo Squilibri, che, come per l’omaggio di Peppe Voltarelli a Otello Profazio, propone un ben curato disco-libro con lunghe note a cura dello stesso Rovelli, leggibili anche sotto forma di lungo racconto. A voler essere pignolini un neo c’è: il cd sfugge inesorabilmente al cerchiolino di plastica che dovrebbe tenerlo fermo. D’altronde negli atti d’amore qualche sbaglio capita sempre di farlo. http://www.tomtomrock.it/review/recensione-marco-rovelli-bella-una-serpe-con-le-spoglie-doro/ |
|