Marco Rovelli

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22/05/2020

Recensione a La parte del fuoco di Claudio Della Piet? su Satisfiction

 “È dal margine che si comprende la forma delle cose”.

Ci sono molte cose belle da dire sul romanzo che presento oggi nella mia rubrica Recensioni coraggiose. La parte del fuoco è stato scritto da Marco Rovelli e viene pubblicato in questi giorni da Terrarossa edizioni nella collana Fondanti, e tutti questi tre nomi che ho fatto sono realtà belle.

Marco Rovelli fa e ha fatto tante cose, ma la più bella secondo me, dopo aver letto il libro, è questa: insegna storia e filosofia nei licei. Ho due figli, incontro tante ragazze e ragazzi, e sapere che esistono insegnanti che scrivono e quindi pensano ciò che ho trovato nel romanzo di Marco, è rassicurante.

TerraRossa è bellissima, è una realtà fatta di competenza, umiltà, gentilezza, e produce ottimi libri, costruiti nella loro totalità come un ottimo prodotto. Tanto per dirne una in seconda di copertina trovate un suggerimento: “Lettore ideale”. Che se non vi ha già convinto a comprarlo la stupenda copertina, avete ora un motivo in più. Ultima ma non ultima bellezza, la collana Fondanti. Questa collana contiene e conterrà opere fondamentali per la letteratura e per chi le ha scritte, e che sono già state pubblicate in anni passati. Sono quindi delle riscoperte, dei rilanci, delle nuove lune di miele per libri che non vanno dimenticati. Bellissimo. Veniamo quindi al contenuto, al motivo per cui questo romanzo va assolutamente letto, meditato e fatto conoscere.

La parte del fuoco è la storia di un incontro casuale, ma nello stesso tempo naturale, come può accadere a ciascuno di noi, di una donna e di un uomo, tra i quali si stabilisce un profondo legame, perché hanno molte cose in comune.

Karim è un uomo che ha deciso di lasciare la sua terra, la Tunisia, per cercare fortuna in Italia, in Europa, alla ricerca di un mondo nuovo, sulle orme di suo padre che tentò di percorrere la stessa strada. Ben presto però si ritrova a dover “stare sempre all’erta, come un animale braccato. Non sai se è questa la vita che volevi, ma ora non puoi percorrere il mare a rovescio: guardi avanti”. Elsa, figlia del benessere del Nord-Est, famiglia più che ricca, anche lei lascia il suo nido per cercar fortuna altrove, o per cercare se stessa, o per fuggire da se stessa?

Karim ed Elsa hanno in comune la fatica di vivere, sono due persone per motivi diversi ai margini della società, questa entità misteriosa come tante altre, l’opinione pubblica, il popolo, la gente: “che strane puttane, le parole”, dirà a un certo punto Elsa.

Karim è un clandestino, vorrebbe lavorare, ha bisogno di lavorare e pur di farlo è costretto a fatiche, percorsi, scelte obbligate che lo portano in mille posti diversi, e in ogni dove incontra persone come lui, nella stessa situazione. Karim è buono, pensa prima agli altri che a se stesso. Da quando l’ha conosciuta pensa sempre a Elsa e alle sue sofferenze, soprattutto alla cosa più profonda, più incisiva, sanguinante che hanno in comune, che li porta a fare un pezzo di strada insieme.

Lei si dà a lui e viceversa, un rapporto profondissimo, tutt’altro da ciò che si può immaginare: una vera e profonda amicizia. Ti aiuto. E basta. Ecco il fuoco del titolo: il fuoco di una storia d’amicizia che brucia ma non estingue, paragonabile al roveto ardente che Mosè si ritrova di fronte.

Un fuoco d’amore che non fa palpitare il cuore o vedere le stelle, ma brucia alimentato dall’amore concreto, brucia di gratuità, di desiderio di bene per l’altra e per l’altro.

Tutto questo è impreziosito e reso ancora più bello se non bastasse, da una scrittura ricca di espressioni poetiche, ma anche con un ritmo che a me piace tantissimo: frasi brevi, taglienti (ironia della sorte?!), ficcanti.

“Quando senti qualcuno entrare nella stanza, fingi di dormire / Ti guarda / se ne va / Tiri il fiato”.

Uno. Due. Tre. Una scena completa.

E poche righe dopo, la poesia: “adesso non puoi più fingere, apri lentamente gli occhi, ed è come se le palpebre che si schiudono facessero esplodere in frammenti le immagini che ci stavano attaccate, esplodono dall’interno come vetro”.

Avete bisogno d’altro per leggere La parte del fuoco?

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