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13/07/2021 Recensione a Siamo noi a far ricca la terra di Michele Lischi su Enez Vaz blog
E’ vero, che son passati tanti anni, da quando scoprimmo Claudio Lolli, i suoi versi, le sue canzoni. E’ vero, che gli zingari felici, chissà se ci sono ancora, e se mai davvero torneranno. E’ vero, che i compagni a venire, che Claudio ringraziava allora, oggi chissà dove sono e se ci sono ancora compagni. E’ vero, che forse i sogni sono svaniti, e le strade sono proprio rimaste disoccupate dai sogni, e non solo da quelli. Ma ho visto un libro al Civico 14, un libro di Marco Rovelli tutto dedicato proprio a Claudio Lolli, alla sua vita, alle sue arti. Ma ho provato ancora oggi le emozioni di allora, riascoltando quelle canzoni e ripensando a quelle parole che sono tornate presenti e vive. Ma allora, si può davvero continuare a sognare, ritrovandosi in quei versi, in quelle situazioni in quelle note familiari. Ma allora davvero si può ancora emozionarsi e commuoversi, anche in questi tempi grigi in cui davvero non si sa che fine faremo. * * * * * Uscito nel maggio di quest’anno, il libro Siamo noi a far ricca la terra fu scoperto quasi per caso sugli scaffali della libreria Civico 14 Marina di Pisa. Un viso conosciuto e ammiccante, un titolo evocativo… detto fatto: fu amore a prima vista. Fin da subito la lettura risultò estremamente coinvolgente e emozionante. La tecnica narrativa di Marco Rovelli cattura e convince. Recita il sottotitolo: Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi. Immaginate una specie di lunghissima veglia funebre: ci si riunisce per celebrare la memoria presente di una persona cara. Uno alla volta prendono la parola coloro che lo hanno conosciuto, coloro che ci hanno lavorato insieme, sul palco dei concerti o a scuola; i suoi studenti, i suoi familiari, la sua compagna di una vita, ma anche i personaggi delle sue canzoni, oppure i dischi stessi, ma anche altri oggetti, come le sue chitarre. Sono testimonianze brevi, di qualche riga, al massimo di qualche pagina, Una fascinazione che non molla dall’inizio alla fine, che riporta a galla da tempi lontani quelle canzoni, quelle musiche, quelle parole… Claudio Lolli davvero continua ad essere presente e, anche se per un bel po’ di tempo era quasi passato nel dimenticatoio, adesso è tornato e non se ne andrà più. E con la memoria di questo poeta-musicista riemergono dal passato anche le situazioni di quell’epoca: il movimento del ’77, poi gli anni di piombo, lo snaturamento di tanti ideali… Davvero una lettura con un livello altissimo di coinvolgimento. Tanto che poi dagli scaffali polverosi venne voglia di andare a recuperare i suoi vecchi CD, o le musicassette su cui si erano registrati i suoi dischi, magari anche qualche CD o cartella di mp3 più recente. E lasciarsi avvolgere da quella musica contemporaneamente alla lettura del libro è stata un’esperienza davvero totalizzante. Fu quasi naturale, poi, comprarsi anche l’ultimo disco. E riandare a cercare altre testimonianze, musicali e letterarie, come due dei suoi libri letti anni fa, o quelli non ancora letti che sarà necessario affrontare. Una vita non facile, quella di Claudio Lolli, con traumi familiari che lo accompagneranno sempre, con una limpidezza che male si integrava nell’industria culturale, con una generosità che già allora aveva dell’incredibile, con una voce non facile, ma con una creatività sterminata. Ci sono innumerevoli pieghe, nell’esistenza di questo artista, e Marco Rovelli pian pianino ce le svela una a una, e non se ne ha mai abbastanza. Davvero una bellissima maniera per celebrare questo inizio d’estate dominato dall’incertezza. Per la cronaca 1: Rimangono tante curiosità che non si sa se si riuscirà mai a soddisfare; come per esempio la dimensione del Claudio Lolli fotografo. Viene menzionata qua e là la sua passione per la fotografia e la sua abitudine di scattare con la sua Hasselblad, una macchina decisamente poco comune e di certo non popolare e diffusa come una qualsiasi reflex 35 mm. Una ricerca internettistica non portò a niente, ma certo sarebbe interessante dare uno sguardo alle sue foto. Per la cronaca 2: Questo libro è davvero un pozzo senza fondo dal quale vengono tirati su innumerevoli fatti e notizie, come quella relativa all’incisione del suo disco delle 5000 lire (Aspettando Godot): pare che la copertina con la sua faccia sulla banconota sia stata realizzata a sua insaputa. E poi, chi se lo ricordava che in quel disco al basso c’era Ares Tavolazzi? Per la cronaca 3: Misteri e potenza della musica: dopo l’ascolto dell’album Disoccupate le strade dai sogni , dalla chiavetta USB zeppa di musica connessa all’autoradio durante un viaggio in macchina emerse inusitatamente il Magnificat di Claudio Monteverdi. Com’è possibile che questo brusco salto di registro sia stato percepito come una naturale successione musicale, come se ci fosse un’altissima compatibilità fra quelle due musiche, come se in qualche modo ci fossero tanti punti di collegamento fra quei due mondi? Davvero la musica è un mistero, e misteriose sono le suggestioni che provoca…
https://enezvaz.wordpress.com/2021/07/13/ritorna-fra-noi-claudio-lolli-nel-fantastico-libro-di-marco-rovelli/
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