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08/10/2023 Recensione a Concerto d'amore di Laura Bianchi su Mescalina
Ah...l'amore l'amore...quante cose ti fa fare l'amore...Luigi Tenco sorriderebbe compiaciuto, stavolta, scoprendo che il disco ora in ascolto nasce dall'amore, ma non ha un esito tragico né doloroso, nemmeno quando canta di un amore disperato: Concerto d'amore, concepito da Marco Rovelli (Les Anarchistes), insieme a Paolo Monti (The Star Pillow, Bosco Sacro), è un atto d'amore, appassionato e denso di sentimento, all'amore, cantato da sempre con le sfumature più diverse, ma tutte intense e sincere, perché nate dall'emozione popolare. L'album vede come ospiti le voci di grandissime interpreti del folk e della canzone d'autore italiani, come Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Mara Redeghieri (ex Üstmamò), Angela Baraldi, Erica Boschiero, Serena Altavilla e Paola Rovai (che è la voce femminile nel live). Ciascuna di loro porta la propria sensibilità e la propria vocalità unica al servizio di un progetto dall'alto valore culturale e civile; perché ogni canzone reca in sé una potenza espressiva arcaica, che sgorga da esperienze comuni, universali, trasversali ai climi e alle epoche, quindi costituisce un documento prezioso, autentico, che rivela la potenza dell'amore, di qualsiasi genere sia.
Si ascolti, ad esempio, l'atmosfera quasi onirica di Già allo sguardo, noto anche con il titolo Il ritorno dell'esiliato, in cui il sax di Nicola Alesini e il violoncello di Lara Vecoli, amplificati da un arrangiamento minimale, esprimono "l'ideale di pace e d'amore sarà sempre la sola mia speme". All'amore per la propria terra e i propri cari, tanto attuale ancor oggi, si accosta quello per un uomo, o per una donna, mirabilmente accostati, nell'iniziale Rispetti, dalla chitarra di Bruno Dorella (OvO, Bachi da Pietra, Ronin) e dalla voce di Serena Altavilla, in un classico "rispetto", vicino allo stornello, che però diviene contemporaneo, mantenendo straordinariamente lo spirito antico.
Un progetto, questo, in cui la musica, rielaborata dal talento di Paolo Monti, è al totale servizio dello spirito del testo; un esempio su tutti: Amore ribelle, capolavoro di Pietro Gori, altrimenti conosciuta come “Canzonetta del libero amore”, già frequentata da Les Anarchistes, non solo vede l'apporto di entrambe le voci, maschile e femminile (un'eccezionale Mara Redeghieri), ma presenta un crescendo strumentale, che si conclude con una lunga coda, a significare il sacrificio reciproco dei due amanti "per la vera libertà". Da segnalare, inoltre, il contributo di Lee Ranaldo (Sonic Youth) - che, con la sua elettrica percussiva, restituisce smalto allo stornello salentino Beddha ci stai luntanu, con la voce viscerale di Angela Baraldi -, Cesare Basile, Rocco Marchi, che acuiscono la sensazione acustica di trovarci di fronte a canzoni atemporali, quindi, ancora parlanti ai nostri cuori. Due ultimi esempi (ma tutti andrebbero citati): il canto appassionato di Fausta Vetere in La Nova Gelosia si intreccia con un gioco di corde che, lungi dall'attutire l'impatto vocale, ne esalta la vibrante tensione; e la presenza del sax di Alesini e del violoncello di Vecoli che sembrano dialogare con la voce di Rovelli in Sei bella negli occhi, struggente e sospesa.
"Amor omnia vincit": è proprio il caso di dirlo. Bravissimi.
https://www.mescalina.it/musica/recensioni/marco-rovelli-e-paolo-monti-concerto-damore |
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