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29/10/2009 Recensione al cd libertAria su Liberazione - La rivoluzione delle parole
Non ha perso la passione e l'ispirazione. Insegnante di storia e filosofia, scrittore, poeta e cantautore (non necessariamente in quest'ordine e non necessariamente inquadrato in un solo ruolo per volta), Marco Rovelli dopo aver chiuso l'esperienza con Les Anarchistes esce con un disco molto interessante ed ispirato: "LibertAria". Un titolo che è già una sorta di manifesto politico che nasce e si intreccia con la sua esperienza di scrittore sua e di alcuni "compagni di viaggio" come Wu Ming 2, Erri De Luca, Francesco Forlani, Maurizio Maggiani e Roberto Saviano per i testi e musicisti come Yo Yo Mundi, Daniele Sepe, Bianca Giovannini ed Eva Milan. Si tratta di un disco eccellente nella scrittura che si inserisce nella tradizione cantautoriale più prestigiosa. Delle sedici canzoni, alcune sono direttamente legate alla produzione letteraria di Rovelli come Il Campo (ispirata da "Lager Italiani", il "reportage narrativo" sui Cpt scritto nel 2006 e dal suo libro in uscita "Servi"). Oppure Il dio dei denari , il cui testo è ispirato dall libro "Lavorare uccide" sulle morti bianche. Partigiani, la Commune , il Sud ribelle, Genova 2001, nazioni indiane in rivolta, Pier Paolo Pasolini... Tante le ispirazioni che conducono però su un'unica strada: la necessità, la voglia, la poesia di una vita liberata per tutte e tutti dove ognuno possa avere la sua parte di anarchia. Chiude il disco una versione live di Sante Caserio suonata con l'orchestra di Daniele Sepe. Duro, senza sconti, dedicato a chi crede che anche in musica «le rivolte sono una festa che non ha padrone». |
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