Trezzo sull'Adda, Società operaia di mutuo soccorso, 22 febbraio 2010.
Buonasera a tutti e benvenuti a questo nostro incontro con lo scrittore Marco Rovelli per la
presentazione di Servi, suo ultimo libro.
Innanzitutto ringrazio tutti i membri dell'associazione Soldelladda per avermi scelto quale
voce introduttiva e di coordinamento in questa serata così importante per la nostra associazione.
Dico importante perché dopo molte attività realizzate con fatica – la fatica che incontra sempre la
volontà di organizzare eventi culturali con fondi minimi o a costo zero, avendo un'esperienza
minima e l'entusiasmo come solo strumento (e dovendo nel nostro caso fare perfino i conti con
l'aperta ostilità che l'attuale amministrazione locale leghista-berlusconiana molto liberalmente ci
riserva) – dopo molte attività io credo di poter dire che l'incontro di stasera segni un indiscutibile
salto di qualità.
Abbiamo infatti la fortuna e il privilegio – e anche il merito, concediamocelo – di poter
parlare di persona con un autore che ha saputo imporsi con i suoi libri nel panorama attuale della
nostra letteratura. Il libro che siamo qui a presentare, Servi, è infatti la conferma e il proseguimento
di una prospettiva di scrittura ormai propria dell'autore (caratterizzata da quelle singolarità
tematico-stilistiche che fanno di un autore un autore) in cui già si inserivano i due libri precedenti:
Lager Italiani
inchiesta sulle cosiddette "morti bianche", ovvero le morti sul lavoro in Italia (2008). Oltre a questi
libri, nei quali appunto è praticata una scrittura di inchiesta – che è però, come si dirà meglio nel
seguito di questo intervento, anche e ineludibilmente una scrittura letteraria – ricordiamo che
Rovelli è anche autore di poesia (non credo ami definirsi poeta) con la raccolta Corpo esposto, edito
da Memoranda (e i cui testi sono oggi reperibili anche su internet, ad esempio sul sito Nazione
indiana). A queste pubblicazioni in volume vanno aggiunte ovviamente le collaborazioni a riviste
come Nuovi argomenti, Carta, e a quotidiani come L'Unità e il Manifesto. Ricordiamo infine, per
completare questo breve schizzo biobibliografico, che Rovelli è anche un musicista (oggi autore
solista dopo essere stato fino al 2006 cantante nel gruppo musicale Les Anarchistes) e un insegnante
(di storia e filosofia nelle scuole secondarie).
Veniamo dunque a Servi.
Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
Nella quarta di copertina Servi viene definito come reportage narrativo.
Possiamo dire quindi che in quanto reportage quella di Servi è una scrittura che pone la
veridicità delle storie raccontate come sua condizione essenziale, che cerca cioè di
raccontare delle verità fattuali di cui il pubblico non è a conoscenza. L'aggettivo
permette poi di connotare il registro in cui questi fatti vengono narrati, quello letterario
(come si vedrà però meglio in seguito, lo statuto aggettivale di questo registro non rende
piena giustizia alla sua centralità).
Questa narrazione è quella di un viaggio, di un viaggio compiuto in un Italia
sconosciuta, popolata da personaggi invisibili e anonimi: gli immigrati clandestini
condannati al loro lavoro. Risalendo la penisola da Sud a Nord, l'io narrante, cioè
indubitabilmente Marco Rovelli (l'identificazione io-narrante-autore è qui garanzia,
come in ogni letteratura di testimonianza, della verità della narrazione) porta
letteralmente in superficie, cioè a una verità, nel senso di un'esistenza, un mondo
sommerso e non più, o non ancora compiutamente umano, in cui i clandestini delle più
varie nazionalità e provenienze si ritrovano, sul fondo verrebbe da dire con citazione
leviana, a condividere uno stesso destino di abiezione. Per poter capire davvero questo
mondo di sfruttamento primordiale (forse antichissimo, ma la cui immutata persistenza
potrebbe essere la vera novità di un'epoca parassitata da un'ideologia edenica di un
benessere generale e definitivo, compimento capitalistico della Storia) per dargli una
parola, Rovelli si è spinto nei recessi più occulti, in ambienti degradati fino all'assurdo,
dove sorgono invivibili le abitazioni, squallidi i luoghi di assembramento; ma le parole,
quelle di Rovelli, le nostre, non possono che rivelarsi impotenti alla descrizione di ciò
che buca la nostra immagine consueta e pacificante degli uomini che vivono in Italia, in
Europa, in Occidente - impotenti di fronte alla nostra immagine di Noi stessi riflessa in
quella dei Servi
che non resta che dire che Rovelli si è spinto in una dimensione di inenarrabilità. Così
in questi non-luoghi l'autore ha cercato di ricostruire, con i protagonisti di queste vite
anonime, di queste autobiografie negate (per dirlo con le parole della filosofa Federica
Sossi, le cui idee su questi temi sono state per molti di noi, suoi studenti, linfa preziosa)
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Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
una parola per ritrovare un contatto autentico, ancora umano, una parola capace di
riportare nel mondo le storie particolari di individui cancellati alla vita da un puro
sfruttamento. Possiamo dunque incontrare un senso fondamentale da attribuire a questo
viaggio e alla sua narrazione. L'io narrante è il medium attraverso cui, nell'incontro
diretto con i personaggi anonimi, la verità può tornare ad essere verbalizzata, ovvero
raccontata, condivisa. L'io narrante è colui che permette a degli uomini non più persone,
estromessi dalla scena del mondo, di tornare, per qualche istante, in essa, attraverso la
parola, il riconoscimento, la nominazione che essi pregano a quest'io, venuto dal
mondo, di restituire loro, per poter così riassaporare, come persone, per qualche istante,
l'esistenza che diventa vita solo avendo un posto umano nel consesso umano.
Come viene ripetuto più volte nel libro, l'autore si è spinto in luoghi dove
nessuno era mai andato, e là semplicemente "ha visto, sentito cose," e ha poi compiuto
l'operazione più importante per uno scrittore: ha cercato semplicemente di capire, di
capire a fondo e davvero (in senso pasoliniano certamente) sforzandosi di restare il più
possibile nella lucidità del ragionamento, animato da una passione civile e dalla
consapevolezza del ruolo sociale implicato dal proprio mestiere. Ha così potuto
raccontare e può raccontare al corpo sociale, a noi, che non sapevamo e non sappiamo,
le innumerevoli e fluide storie di questi uomini (in questa narrazione non si tratta di
personaggi, qui è tutto vero) condannati a vivere al di sotto di una soglia di civiltà data
nell'immaginario comune come scontata, a torto e in cattiva fede. Sono queste anche
storie in cui si annodano, in modo inquietante, tutte le presenze più sinistre che
percorrono da sempre, avvelenandola, la storia dell'Italia: la dilagante prassi
dell'illegalità in cui affaristi d'ogni specie e politici corrotti trovano il loro habitat,
l'inestirpabile cultura baronale, l'incoerenza legislativa e la disorganizzazione
burocratica, gli eccessi della repressione poliziesca. Storie di cui talvolta, come nel caso
di Rosarno e nei casi più recenti, come nel caso di viale Padova, veniamo a conoscenza,
ma solo alla fine di un lungo processo, ovvero quando la situazione eccede e allora, solo
allora, nella sua esplosione, può interessare i cosiddetti media di massa che, ovviamente,
per vocazione disinformativa, non sono in grado di ricostruire i fatti e di proporre ai
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Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
telelettori interpretazioni coerenti, e si allineano cosi alle letture faziose e speculative
dei partiti.
In Servi invece, opera di letteratura, questa operazione avviene: l'autore ha
potuto radunare fatti, collegarli e costruirvi così delle analisi, proporre delle
interpretazioni credibili di questo aspetto così centrale, e al tempo stesso, così
tragicamente marginale, della nostra realtà sociale.
Il libro si sviluppa quindi su questi tre livelli sempre integrati:
livello giornalistico-fattuale
che è quello che si immerge nel racconto dei fatti, in cui vengono forniti dati, nomi,
eventi, in cui la spinta al dire è quella di una volontà crudamente informativa.
livello giornalistico-analitico
in cui dei fatti e dei dati del primo registro vengono proposte interpretazioni, analisi e
conclusioni rispetto alla realtà storica, culturale ed economica dell'Italia.
livello letterario
è quello della narrazione, ovvero quello che dà una struttura al libro, uno sfondo in cui i
dati e le interpretazioni possono trovare una risonanza che non avrebbero da soli. Il
registro letterario, il registro della "finzione", dell'artificio, è quello che permette alla
verità dei fatti di essere vera, di esercitare la loro forza in quanto inseriti sul terreno
autentico e scabroso della narrazione dell'inenarrabilità, del tentativo di rendere,
attraverso l'opera di letteratura, ancora umana la vicenda dei servi. Solo su questo
sfondo di ricerca dell'umano i dati possono avere un senso. Al di fuori di questa
letteratura, di questa finzione che è la struttura narrativa, quei dati assumerebbero, come
sempre accade di fronte all'orrore, un aspetto e un senso funesti. Solo la letteratura
permette di parlare dei servi.
È qui che occorre a mio avviso situare la questione cruciale di questo libro:
trovare una parola impegnata alla ricerca di un'autenticità, cercando di non cadere
nell'agguato, sempre imminente, degli stereotipi e delle banalità ideologiche, che sono
indubbiamente l'ultimo, e non il meno grave, sfruttamento subito dai servi. Per dirlo con
le parole della recensione a Servi di Gianni Vattimo: "il libro non è di quelli che possono
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Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
essere sostituiti con statistiche, o articoli giornalistici, né è solo un documento".
Ci troviamo così di fronte ad un'ineludibile questione, che possiamo tuttavia qui
solo sfiorare. Se la letteratura è necessaria affinché i dati e le analisi possano sciogliersi
in un discorso più profondo e articolato che permetta loro di dispiegare al meglio il loro
potenziale conoscitivo, non si può affermare con la stessa sicurezza il contrario, ovvero
che i dati e le analisi dei primi due registri giovino alla letteratura. Vattimo definisce
Servi
che Servi, come le altre opere di Rovelli, siano refrattarie a questo tipo di investiture, in
quanto esse presuppongono certi tipi di lettura, tavole a cui non ci sembra che l'autore
voglia invitarci, né tanto meno essere invitato. Si pone dunque un problema di genere.
Per coglierne la portata è sufficiente dire che quanto avanzato fin qui è valido anche per
un libro come Gomorra e per gli altri lavori di Saviano. L'unità di fondo di queste
esperienze letterarie ha trovato una sintesi definitoria ad opera dello stesso Rovelli, che
ha chiamato questa letteratura "narrazione sociale", offrendo a riguardo approfondite
spiegazioni che speriamo vorrà riproporci questa sera dal vivo della sua parola
(segnaliamo a proposito un suo articolo pubblicato su Nazione Indiana dal titolo
Appunti sulla scrittura del reale
Ciò che ci preme sottolineare qui, in proprio, è solo questo: nei confronti della
forma (l'"altamente letterario" è infatti sempre sinonimo di formalismo) ci sembra che
questa letteratura presenti un atteggiamento profondamente neutrale. La pulsione al dire
di questa letteratura è senza dubbio di denuncia sociale, ma questa, ovviamente, non è
una novità della letteratura, quanto piuttosto la conferma di una sua costante. Si dirà
allora che la novità di questa denuncia non è nella centralità dell'intento, ma nel modo
della realizzazione, fondato sul tentativo di spingere al massimo grado la propria
autosufficienza, usando la letterarietà, ad essa necessaria, lo stretto necessario. Questa
letteratura denuncia, ma senza partire dalla forma (nessun realismo, naturalismo,
avanguardismo, antiformalismo etc.), ma usando la forma come puro strumento, come
si usa, con tutta la modestia, la cura ma anche a tratti l'indifferenza e la diffidenza,
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Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
qualcosa prestatoci da qualcuno. Questo uso parco della letterarietà, che non è privo di
rischi (su tutti il rischio supremo di ogni parola impegnata, quello di confondersi con ciò
che combatte) meriterebbe certo ben più approfondite analisi e interrogazioni, che non
possiamo ovviamente intraprendere qui. A riguardo ci limitiamo soltanto, in
conclusione, a segnalare il profilarsi, per questa scrittura, di un cammino comune con
con alcune posizioni teoriche assunte da Daniele Giglioli (un altro professore che ha
attirato il desiderio di molti tra noi) riguardo al ruolo e ai fini da assegnare alla critica
letteraria. Riportiamo a titolo di sintesi un passo significativo da un articolo de Il
Manifesto
più chiederci quale sia il loro vero senso (interpretazione), e quanto oggettivamente
valgano più di altre (valutazione), ma piuttosto che cosa possiamo o non possiamo
fare
per adempiere alla loro promessa felicità"
.
Se è vero che non esiste scrittura letteraria
che già non porti in sé, quale Tu atteso o segreto, la sua critica, si può senza dubbio dire
che è questo l'approccio atteso da un libro come Servi, ovvero quello di una critica che
dica che sia la Critica che la Letteratura sono solo mezzi, e non già fini in sé.
Chiudo questo mio breve intervento introduttivo spiegando le ragioni, come
associazione Soldelladda, che ci hanno indotto a cercare di portare tra noi Marco
Rovelli a parlarci del suo Servi.
La prima ragione è che questo libro è una critica potente, portata da un livello di
brutale fattualità, dell'attuale sistema produttivo e sociale – che è quello, per usare
etichette note (e purtroppo già pietrificate), della globalizzazione e del (tardo, post-)
capitalismo.
La seconda ragione è che Servi mette in luce, sempre da quel livello brutalmente
fattuale, gli annosi e gravi problemi che affliggono l'Italia, problemi che ci interessano
non solo, come associazione, per motivi politici o ideali, ma, come giovani cittadini, per
motivi, ci sia concesso, puramente egoistici, di chi vuole vivere la sua (breve) vita nel
(suo) miglior paese possibile.
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Soldelladda – Marco Rovelli
Presentazione Servi
Un'altra ragione di interesse è il fatto che in questa narrazione vengono offerte al
lettore numerose occasioni di riflessione sul tema dei migranti e delle migrazioni, un
tema che è attualmente centrale in una fase storica che l'Italia, tra innumerevoli spinte
regressive, sta cercando di attraversare.
L'ultima ragione di interesse, ma che certo le racchiude tutte, è che Servi di
Marco Rovelli è un'opera letteraria del giorno d'oggi all'altezza dei tempi, che parla a
noi di noi, un noi sconosciuto, ma da cui muovere per la ricostruzione di un senso
presente della Letteratura e del legame sociale che di essa si nutre.
di persone e di storie
che nessun centro di identificazione ed espulsione può tacitare.
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